Festa SCAT dei 50 ANNI
18 Novembre 1969 – 18 Novembre 2019
Grande partecipazione alla festa dei 50 anni di SCAT, #50anniSCATtanti
Una bellissima iniziativa organizzata e seguita da una grande partecipazione di piccoli e grandi, lo scorso Sabato 21 Dicembre 2019, nei locali e nella palestra SCAT di Via Sapri. I piccoli atleti, davvero tanti, che sono il cuore e il futuro di SCAT ed i grandi del passato, che con la loro presenza ci hanno regalato una bellissima e commovente testimonianza di quello che ha significato per la Parrocchia Santa Caterina – e per il nostro quartiere – la SCAT negli ultimi cinquant’anni.
L’attuale Presidente, Guido Costa, ha raccontato che cosa ha fatto SCAT in questi ultimi 4 anni di mandato, sottolineando gli importanti risultati, sia sociali che sportivi a livello agonistico, con un imponente incremento degli iscritti e delle attività: Basket, Judo, Ginnastica per Adulti, Hitball e Centro Estivo. Complimenti !!!
Doveroso il ricordo dello “storico” Presidente Sandro Zerbino, ricordato da Guido Costa, accolto da un fragoroso applauso. Sandro ha ricoperto il ruolo di Presidente SCAT per molti anni, unendo la vocazione solidale della Parrocchia di Via Napoli all’impegno sportivo di svariate discipline sotto i colori della SCAT. Se la nostra Società Sportiva è riuscita a superare anche i momenti più difficili ed oggi siamo tutti qui a testimoniarlo, è anche grazie a Sandro.
Importante l’evidenza del lavoro svolto dall’ex presidente Christian Valenti in anni difficili durante i quali è stato necessario definire, con un nuovo Statuto, la missione dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Polisportiva Santa Caterina”, che prevede all’interno del Consiglio Direttivo l’Assistente Ecclesiastico, oggi il parroco Don Paolo Bonassin.
Testimonianze importanti anche da parte di Marco Ferrera e Franco Ricciardi (In questo link il suo articolo che ripercorre la storia e le figure di SCAT)
Bellissimo e saliente l’intervento di Gianfranco Costa, figlio del primo presidente (tessera n. 1 SCAT), Sig. Salvo Costa, che ci ha raccontato i primi inizi, l’esordio di SCAT a fine anni ’60. Qui sotto un estratto del suo contributo molto apprezzato da tutti i presenti:
“Negli anni 60 esisteva la SCAT, come squadrette di calcio che si iscrivevano ai tornei parrocchiali o la squadra di pallacanestro che forse era stata più importante delle squadre di calcio. Alla fine degli ani 60 mio padre, Costa Salvo, vedendo questo disgraziato che andava a raccogliere carta insieme a tante di queste persone per iscriversi ai campionati ha detto: Aspettate un momento, perché non facciamo una polisportiva dove creiamo dei corsi con istruttori qualificati e federali? Quindi prima esisteva la SCAT, non la polisportiva. La polisportiva è nata così alla fine degli anni ’60. Mio padre di sport non se nera mai interessato prima e non se ne è mai interessato dopo. Ha passato dieci anni nella SCAT notte e giorno praticamente. Noi abbiamo vissuto qui tutti i giorni ed essere qui ora per me è una cosa incredibile perché vedevamo i ragazzi allenarsi a Jujitsu; andavamo a vedere le partite del Basket, loro venivano a vedere le nostre, c’era un gruppo incredibile. Quindi è nato tutto così, poi il tempo è passato, gli istruttori, e qui ce ne è uno storico: Gianfranco Scarfi, cintura nera di Jujitsu e maestro. Di fatto, mio padre, che di sport non si occupava, si è ricordato di avere un amico, Enrico Comotto, che aveva un figlio che faceva l’istruttore di Jujitsu ed era anche insegnante di educazione fisica. Lo chiamò e gli disse: Manlio, conosci qualcuno? Sono venuti i maestri istruttori Tarabuso della pallavolo che giocava in Serie A nel Gargano. Poi i ragazzi del Basket che erano SCAT anni prima, vedendo questa nuova realtà hanno chiesto di poter rientrare nella SCAT e sono stati riaccolti. Abbiamo anche, lo devo dire, mia moglie è stata la prima istruttrice di ginnastica femminile, Patrizia Vaccari, insieme al Sig. Di Novi. Quindi è nata così. Quando però il tempo è passato, i nuovi istruttori, che hanno sostituito quelli originari, quelli che avevano dato vita alla polisportiva, non si capacitavano più del fatto che tutti i proventi che venivano dai vari corsi andassero a finire nel calcio che non produceva niente. Allora da li sono nati dei malumori fino a che poi mio padre si ritirò e poi non so altro di cosa sia stato della SCAT, ma vedo che oggi è una realtà ancora più grande.”